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In evidenza“Rivoluzione”, tra Jack London ed Erri De Luca

“Rivoluzione”, tra Jack London ed Erri De Luca



È stato l’incontro con Erri De Luca –  sul palco di Officina Pasolini per presentare una nuova traduzione di Rivoluzione di Jack London –  a chiudere la programmazione dell’HUB culturale di gennaio. Davanti ad una platea composta soprattutto di giovani, il noto scrittore ha spiegato il perché di una scelta così particolare, raccontando al pubblico gli aspetti meno noti di un personaggio le cui opere si sono più che degnamente “sistemate sulla ruota panoramica della letteratura universale”. Chi non conosce infatti Zanna Bianca, Il richiamo della foresta, Martin Eden? Romanzi che hanno fatto il giro del mondo, legando indissolubilmente il nome di London alla letteratura di avventura, ma che hanno lasciato in una zona d’ombra l’anima più rivoluzionaria, politica, di uno scrittore che già nel 1905 dalle pagine di un piccolo libro urlava che la rivoluzione era “qui ed ora”. “Un documento importante – spiega De Luca – che fotografa con grande lucidità l’America dei primi del ’900, ma che è soprattutto pregno di una gran voglia di contagiare. La stessa voglia che ha mosso la mia generazione, i giovani che credevano che una rivoluzione fosse possibile, giovani che avevano una voglia incredibile di ribellarsi e di condividere la ribellione nei confronti dello stato di cose esistenti. Proprio questa volontà di essere ribelli a tutti i costi e contro tutto quello che c’era è stata poi purtroppo decisiva a sanzionare la nostra incapacità di gestire il potere…”.

Dall’America di London si è passati così a parlare dell’Italia del disagio giovanile, degli anni della ribellione sessantottina e degli anni delle formazioni rivoluzionarie, e poi la vita operaia, quella descritta nel saggio dello scrittore americano, ma anche quella delle lotte alla Fiat “negli anni migliori e più belli per fare il mestiere di operaio”, sostiene De Luca, “perché gli operai allora avevano dignità politica. Quando un operaio entrava in un’assemblea sindacale si ammutolivano tutti, perché erano tutti desiderosi di sentirlo parlare”.

Per Erri De Luca la politica è qualcosa che aveva e ha a che fare anche con l’arte, oggi come ieri: “Eravamo tutti schierati, perché vedevamo il mondo diviso in due blocchi che lottavano costantemente per sopraffarsi; e chi faceva l’artista portava il suo contributo. Penso ad esempio a Gian Maria Volontè che fece sconfinare in barca a vela Oreste Scalzone… Anche attualmente è così, l’implicazione dell’artista con la politica continua ad esserci, in maniera uguale ma contraria…”. A chi gli chiede invece se la scrittura sia arte De Luca risponde: “No, non lo è. Per me l’arte è qualcosa di non mediato, come la pittura, o la musica, che possono essere godute universalmente da tutti. La scrittura invece necessita della mediazione della parola, così come il teatro o il cinema e non arriva a tutti nello stesso modo. Io ho cominciato a scrivere perché mi è venuto naturale, è stato quasi un completamento della mia passione per la lettura; e per farlo mi sono serviti oltre che tanti libri anche sporgermi dalla finestra, ascoltare le storie dei vecchi, e la convinzione che in fondo la scrittura rimane la migliore compagnia che si possa desiderare”.

C. T

 

 

Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini è un Laboratorio di Alta Formazione artistica del teatro, della canzone e del multimediale della Regione Lazio attivato a partire dal 2014 attraverso finanziamenti europei e gestito da DiSCo, Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione alla conoscenza.

 

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