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In evidenzaQuando Pif sognava di diventare regista

Quando Pif sognava di diventare regista



Il 12 ottobre scorso Pif è stato protagonista di una delle serate dedicate al cinema della rassegna OFF – l’Estate non si spegne.  Affiancato da Claudio de Pasqualis ha riproposto a Officina Pasolini Hub il suo secondo film da regista, In guerra per amore, che attraverso la storia d’amore di due ragazzi racconta un episodio poco conosciuto del passato del nostro Paese: la collusione dell’esercito americano con i padrini mafiosi durante l’avanzata per la liberazione della Sicilia. Rapporti che favorirono la rinascita delle associazioni criminali.

La visione di In guerra per amore è stata anche l’occasione per ripercorrere le tappe di quella che lo stesso Pif definisce una carriera anomala, ma che lo ha portato a fare nella vita proprio quello che desiderava: “Diventare regista cinematografico è sempre stato il mio sogno e devo dire che sono stato fortunato, perché pur avendo cominciato con la televisione, per una trasmissione che mi piaceva molto, Le iene, sono riuscito a dirottarmi presto verso ciò che mi interessava di più. Magari ci fosse stata una realtà come quella di Officina Pasolini quando ho cominciato – scherza, rievocando il periodo di quando era uno studente svogliato –  avrei certamente messo a fuoco subito l’obiettivo, anche se, devo ammetterlo, i momenti difficili servono; ricordo ancora quella volta che davanti a Mediaset ho avuto una crisi di pianto. Il giorno dopo pianificavo la mia partenza per Roma!”.

Dopo due esperienze come assistente alla regia, la prima con Franco Zeffirelli per  Un tè con Mussolini , la seconda con Marco Tullio Giordana per I cento passi è  con la Wildside di Mario Gianani che prende forma il primo progetto di regia di Pif per il grande schermo, La mafia uccide solo d’estate: “Ero convinto che fosse un nuovo modo di raccontare la mafia, anche perché era la prima volta che un quarantenne parlava di questo fenomeno. E la prima volta in cui il protagonista non muore… Durante quel primo set ho imparato subito che se vuoi fare seriamente il mestiere di regista una delle cose fondamentali da fare è guadagnarti la fiducia dei collaboratori, perché il film è un’arte collettiva e se non rispetti chi lavora per te, rischi di fare due film insieme, il primo e l’ultimo!”. Riguardo a “In guerra per amore” Pif ha inoltre dichiarato: “ È sicuramente  meno emotivo de La mafia uccide solo d’estate, ma con questo chiude il cerchio. Si parla ancora di mafia, di quando, verso la fine della seconda guerra mondiale, i mafiosi sono stati arruolati contro il comunismo. Il momento storico in cui da fascisti improvvisamente, e purtroppo senza il percorso necessario, siamo diventati amanti della democrazia, un periodo della storia degli italiani che andava raccontato”.

Caterina Taricano

Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini è un Laboratorio di Alta Formazione artistica del teatro, della canzone e del multimediale della Regione Lazio attivato a partire dal 2014 attraverso finanziamenti europei e gestito da DiSCo, Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione alla conoscenza.

 

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